2021.05.11 – ARTUSO MIRKO CRISTIAN GIOVANNI – SPN – 12152174525

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Oggetto: 2021.05.11 – ARTUSO MIRKO CRISTIAN GIOVANNI – SPN – 12152174525

DENUNCIANTE
Nome: MIRKO CRISTIAN GIOVANNI
Cognome: ARTUSO
in qualità di: PARTE LESA

CIRCOSTANZE
data iniziale del fatto segnalato:28 ottobre 2020
luogo iniziale del fatto segnalato:Vittorio Veneto, via G Oberdan n.°44 cap 31029
soggetti ritenuti responsabili:NOTI E CONOSCIUTI
Precisazione:Bignami Amalia Maria nata nel 1959 a Carrara residente in via Cavinlungo al civico n.°4 San Cipriano frazione di Roncade provincia di Treviso (TV) lavora senza contratto presso un abitazione di Silea in provincia di Treviso (TV) come Operatore Socio Sanitario.

DENUNCIA QUANTO SEGUE
Con la presente denuncia si richiede per tanto che vengano indagati per i reati di ingiurie, diffamazione, diffamazione aggravata, calunnia, falso ideologico, falso in atto pubblico, false attestazioni in atti dello stato civile la persona sopra identificata che ha testimoniato dichiarando fatti non corrispondenti alla realtà distorgendoli a favore del Vallongo, e dei propri interessi, riportando quindi informazioni non veritiere.
Il giorno 09 giugno del anno 2020 l’avvocato di contro parte Irene Ceolin con studio in Marcon provincia di Venezia, sottoscrive il ricorso d’urgenza per motivi gravi e visto il periodo pandemico lo invia al tribunale competente, telematicamente su apposita pec. “procedimento N.R.G. 2588/2020” – promosso presso la volontaria giurisdizione da Vallongo Valter nei confronti di Rivadossi Paola, nel quale si denunciano dei maltrattamenti delle Minori Desirè di anni 16 e Gaia di anni 8 entrambe di cognome Vallongo, maltrattamenti eseguiti da Artuso Mirko con il silenzio assenso della Rivadossi Paola. Durante il percorso in CTU durato un anno seguiti da Psicologo Psicoterapeuta Psicopedagogista affiancati dalla CT di parte é emerso che la stessa Amalia Maria Bignami raccontava falsità, le stesse CTU e CTP infatti parlano di un rapporto malato e malsano allego testo “La CTU ha evidenziato invece importanti criticità sotto il profilo delle improprie incursioni della nonna materna nella vita delle nipoti, sempre finalizzate al ritagliarsi ruoli genitoriali a lei non competenti.” La CTP a seguito al suo colloquio personale con la Bignami rilevava che la presente in corso di dibattimento molto vivace si è alzata dalla sedia e molto agitata e urlando sbattendo un foglio di carta(diffida a restare a suo posto familiare di nonna)sulla tavola rammostrando quello che gli aveva a suo dire fatto la figlia la stessa poi definirà la sig. Bignami una persona con patologie da curare ma che fin che non si rende conto lei stessa e non decide di curarsi autonomamente non si può fare altro che evitarla per non nuocere alle nipoti, in particolare si esprimeva su una doppia personalità del personaggio. nella stessa relazione depositata in atti le stesse CTU e CTP sono a richiamarla spesso a tornare a parlare dei fatti attuali in quanto la stessa si lascia trasportare vagando nei ricordi ormai confusi riportando verità manipolate a suo favore. Ha dichiarato il falso quando dice “asserendo che lui avrebbe fatto apposta a presentarsi e che le aveva detto sulle scale dell’ospedale testuali parole: “-prova ad impedirmelo ad entrare”. –Dal riferito, lì c’era stato “ un po’ di battibecco un po’ di liti…”. a queste affermazioni mendaci si richiede la testimonianza di Piero Bonel ex convivente della Bignami. Ha dichiarato il falso quando dice “segnalando che non aveva mai visto i difetti del compagno nemmeno quando le aveva messo le mani addosso ed era finita al Pronto Soccorso. Su sollecitazione della CTU, ha quindi riportato che era accaduto due- tre anni prima , precisando di avere anche il verbale del Pronto Soccorso, che avrebbe potuto sporgere denuncia, ma di non averlo fatto , commentando che ci sarebbero andate di mezzo anche le bambine e che era stato meglio evitarlo. Invitata a degli approfondimenti dalla consulente paterna, la signora, sempre con molti particolari e anche con un po’ di confusione nell’esposizione, si è riferita ad un diverbio avuto con il signor Artuso motivato, a suo dire, in sintesi , dall’essersi accorta di essere tolta a volte da Whats App nelle comunicazioni con la figlia e dall’aver potuto constatare, da quanto riferito, che Mirco ne aveva in gestione il telefono. (“ Paola non è padrona del suo telefono, perché qualsiasi telefonata, qualsiasi chiamata prima deve passare da Mirko prima di entrare da Paola”) Si è riportata quindi ad una spiacevole successiva scenata in casa presente la figlia asserendo che , dovendole dare dimostrazione della cosa, si era trovata reinserita in Whats App, a suo parere , da Mirko. Dal diverbio che poi ne era seguito, questi, trovatosi scoperto, sarebbe andato su tutte le furie, e, dalle sue parole:” ha avuto un momento di rabbia , mi ha preso e mi ha piegato in due sul tavolo della cucina tenendo presente che sapeva che venivo fuori da sei mesi di malattia alla schiena”. Alla richiesta della dott.ssa Scorla (CTP) la signora ha confermato :”certo che c’era Paola presente […]” a queste affermazioni mendaci si richiede la testimonianza di Paola Rivadossi figlia della suddetta Bignami. Nella presente causa si erano infatti coalizzati padre Vallongo Valter e nonna materna Amalia Maria Bignami con un comportamento “malato è malsano” come definito dai periti corrompendo la fragile e tenera ingenuità della Desirè nel suo perseverare ad ingigantire alcune fatti raccontando e o documentando stravolgendo la realtà cosi che da avere più materiale per instaurare quindi il procedimento sopra richiamato. infatti mentre alla Desirè si prometteva una vita più agiata dal altro canto il padre Vallongo aveva il fine di accaparrarsi la casa coniugale e dal altra la Bignami di portarsi a vivere con se in casa le nipoti in quanto il Vallongo era impossibilitato nel accudimento quotidiano per problemi lavorativi. A fine del procedimento peritale sono state scongiurate tutte le accuse penali mosse dal Sig. Vallongo Valter infatti con provvedimento emesso il 20 aprile 2021 il giudice rigettava tutte le richieste formulate dall’attore per conto del suo procuratore, lasciando pressoché invariato tutto, l’affidamento delle minori alla madre, l’affidamento della casa coniugale alla madre, il mantenimento delle minori in egual misura.
Posso documentare quanto descritto mediante documenti elettronici, file audio e cartacei, non che gli atti emessi dall’avvocato Irene Ceolin difensore del Vallongo, mediante relazione del CTP del procuratore del Vallongo, mediante relazione della CTU del tribunale, messaggistica WhatzApp e Messanger.
Allego le dichiarazioni rese….
COLLOQUIO CON LA SIGNORA AMALIA BIGNAMI
E’ stata sentita per la signora Rivadossi anche la madre, signora Amalia Bignami (n.’59) , che ha affrontato il colloquio rendendo subito evidente il forte coinvolgimento emotivo, esternando quanto intendeva dire sempre di getto, con modalità iper-espressive , anche in relazione ai contenuti. Invitata dalla CTU a riferire in merito al matrimonio della figlia con il signor Vallongo, la signora ha esplicitato tutto il suo apprezzamento nei confronti dell’ex genero, con il quale ha reso noto di aver sempre buoni rapporti da anni, descrivendolo come “ una persona innanzitutto educata, una persona molto che porta rispetto”, .. “ sempre stato, dal suo punto di vista- un bravo papà, un bravo marito, un bravo genero”, riconoscendo che gli erano state fatte cose che non meritava , pur asserendo di non poter entrare nei fatti che riguardavano la coppia, non potendo sapere cosa poteva succedere tra loro. Dopo queste premesse, alla richiesta della CTU su quali fossero i rapporti con la figlia, ha risposto che erano bruttissimi non tuttavia da quando si erano separati; riportandosi ai “classici rapporti tra madre e figlia nell’adolescenza” in cui potevano anche esserci dei contrasti (“ il figlio e la figlia uniti contro la madre”),si è richiamata a quanto accaduto durante l’ adolescenza, alla relazione che aveva avuto con l’attuale compagno all’età di 14, 13 anni , segnalando che c’erano stati “ purtroppo tanti disguidi perché non c’era rispetto della famiglia da parte di Mirko” – come ha avuto a commentare – . C’erano degli aspetti che però sopportavano , pensando che era un ragazzo giovane, che avrebbe fatto il militare, che sarebbe maturato, asserendo che quanto era accaduto le pesava ancora e aveva “compromesso tutti i loro rapporti” e , a suo parere, anche il rapporto tra la figlia e Mirko, “ interrotto – ha affermato- dal fatto che Paola sapesse già di essere incinta”. Nuovamente si è riportata alla mancanza di rispetto , di considerazione verso la famiglia da parte di Mirko, entrando nel vivo del problema, alle sollecitazioni della CTU, riportando :” allora Paola quando era a casa non voleva abortire, diceva di no: -no io lo sento come il mio, il mio bambino però lui non lo vuole, lui qui, lui là- “. e allora non ci si capiva, cerchiamo di capirci, se quello che desideri è prenderti la responsabilità di un figlio perché sei giovane ok, se è quello che tu vuoi anche andando contro al mio modo di vedere, il mio modo di pensare, giustamente non avrei mai fatto abortire, mai, mai, perché io sono contraria ok? “. La signora ha riportato con particolare partecipazione quanto allora sofferto, nel non poter obbligare la figlia ad avere un figlio se non lo voleva, mettendo in evidenza che a casa con lei “ il bambino lei lo sentiva, lei lo voleva”, diversamente da quando rientrava dopo essere uscita con Mirko, e allora asseriva “ -no io voglio abortire perché Mirko non lo vuole, perché Mirko qui, perché Mirko là”. Suo figlio era arrivato al punto di offrirsi di riconoscere lui il bambino , spiegando alla CTU che si intendeva , essendo Paola minorenne, che qualcuno se ne prendesse la responsabilità , chiarendo rispetto al fratello che si proponeva di pensarci lui, di aiutarla ad allevarlo, ad esserci “ come fratello, come zio”. Al commento della CTU che ha fatto notare che in quel caso si sarebbe creato una situazione familiare non proprio facile, la signora lo ha confermato asserendo tuttavia che c’erano tante famiglie nelle quali la figlia rimaneva incinta minorenne. La signora ha proseguito il racconto degli eventi accaduti, lasciandosi andare , come di frequente nel colloquio, ad una reazione di pianto, nel ricordare che erano arrivati all’aborto e di aver telefonato a Mirko la sera prima dicendo sia a lui che a sua madre :” sto commettendo, sto facendo una cosa che va contro i miei principi, va contro tutto, ti prego Mirko non ti presentare là domani, fammi questo favore perché io non so in quel momento cosa io potrei fare, abbi rispetto di questo dolore che permane come se, come se avessi avuto un funerale-“, asserendo che lui avrebbe fatto apposta a presentarsi e che le aveva detto sulle scale dell’ospedale testuali parole: “-prova ad impedirmelo ad entrare”. –Dal riferito, lì c’era stato “ un po’ di battibecco un po’ di liti…”. Invitata a proseguire nel racconto riferendosi alla situazione attuale, la signora Amalia ha riportato che quando la figlia le aveva comunicato di volersi separare dal marito per aver iniziato una nuova relazione , non si aspettava che si separassero e che quando gliene aveva dato l’annuncio , prima che lo sapesse da altri, come le aveva detto, comunicandole :” mi sono messa con Mirko-“, non pensava neanche più a questo Mirko. Si è quindi riportata a quanto nel passato avrebbe subito , dando dal suo stesso racconto l’immagine di un comportamento pesantemente disattivo della figlia e gravemente irresponsabile del ragazzo, asserendo : ” mi è preso un colpo perché ne abbiamo passate di tutti i colori, se la prendeva su una quattordicenne, se la prendeva su, andava a scuola a prendersela, se la portava via la teneva via due giorni e io non sapevo neanche dov’ era mia figlia minorenne quattordicenne, e noi cosa facevamo, prendevamo le macchine suo fratello, io, gli amici, tutti in giro per Treviso a cercare la Paola, a vedere dov’era, a girar le discoteche, giravamo dappertutto tanto che io ero arrivato al punto, nonostante io non, non ero d’accordo, però dicevo: -purché non ti prenda non ti porti via e non ti tenga via giorni interi che io non so neanche dove sei, io sono una mamma e devo sapere dove sei…-”. Sollecitando la signora a riferirsi al presente e non a quanto accaduto nel passato, la stessa ha asserito di aver allora detto a Mirko:_- le cose sono andate come sono andate, va bene, ricominciamo tutto da capo, però tu mi devi dimostrare che sei cambiato, che adesso sei un uomo, adesso non giocate più in due, giocate in quattro, ci sono due bambine minori”. Dal riferito non c’era stato invece rispetto per le bambine , per la famiglia, dichiarando la stessa di non avere rapporti con il signor Artuso, pur avendo provato. Quanto alla relazione dello stesso con Desirè e Gaia, la signora ha sottolineato di non essere stata d’accordo con le decisioni prese dalla figlia, nell’aver fatto conoscere il nuovo compagno alle bambine immediatamente senza la giusta gradualità , ritenendo questo un grande errore che non avrebbe mai fatto, riportandosi anche alla sua esperienza nella separazione, commentando :“ lì è stato tutto un bum, bum, bum […]Mirco è entrato in casa di Paola che c’era ancora Valter in casa”.Ha quindi con le sue riflessioni messo in evidenza “Io dico: ma mi stai dimostrando che sei maturato o no? Cioè entri in casa di Paola dove ci sono le due bimbe, dove c’è un marito con un, con una leggerezza, con una, come se tu entrassi in casa di un amico… Non stai entrando in una famiglia di un amico, stai entrando nella famiglia di quella che un giorno sarà la tua compagna…”. Nuovamente sollecitata a riferire in merito al rapporto esistente tra Mirko e le minori, si è quindi riportata al difficile rapporto con Desirè . Ammettendo che la nipote certe cose poteva amplificarle , data l’età, ha tuttavia dichiarato :” io ho assistito a situazioni che veramente deve ringraziare il signore che Desirè nonostante tutto è una ragazzina educata, perché se avesse avuto veramente una di quelle adolescenti isteriche, non so che fine avrebbe fatto”, riportando che sarebbe stata oggetto di continue pesanti svalorizzazioni (“ non sai fare un c… a scuola non vai bene, a casa non fai niente, non sei capace di fare niente, sei brutta, e sei qui, e sei stupida”), che ha ribadito di aver sentito in casa della figlia, anche con dei diverbi in famiglia intromettendosi come nonna più del necessario. E’ stato con una certa foga che la signora è parsa nel merito rivendicare il suo ruolo per tutto l’impegno sempre profuso per le nipoti , che aveva vissuto e cresciuto insieme a sua figlia, sempre pronta a rispondere positivamente alle sue richieste di aiuto. Vedendo certi comportamenti del compagno, le avrebbe raccomandato :Paola non è giusto che lui demoralizzi così la bambina, Desirè è un’adolescente, farà i suoi sbagli, farà i suoi errori, ma lui non può demolirla così, ogni cosa che lei fa non va bene…”. Alla domanda della CTU su come Desirè potesse vivere il rapporto con Mirko, ha risposto senza esitazione, piangendo :”malissimo, malissimo, malissimo, mi dispiace, perché Desirè è stata demolita, demolita del suo amor proprio, demolita dei suoi sentimenti, demolita del tutto da quell’uomo e anche dalla mamma, perché io non do la colpa a lui, lui non è il papà della Desirè e perciò ci può anche stare, giusto, ma tu che sei la mamma devi proteggere tua figlia da questo, se tu senti che Mirko dice una cosa fuori luogo, tu come mamma senza farsi accorgere magari dalla bambina…”. Alla successiva richiesta della CTU, sulle ipotesi che poteva avere , d’aiuto alla minore, ha risposto: “io vorrei tanto che Paola capisse gli errori che sono stati fatti e cercassero di rimediare a quegli errori, questo solo mi auguro, che Desirè possa rimanere con sua mamma, con i suoi fratellini, con sua sorella…”, specificando alle sollecitazioni della CTU:”: “rimediare agli errori che sono stati fatti, perché verso Desirè sono stati fatti troppi sbagli, troppi errori, troppe cose […] Cercare di rimediare”.Invitata ad esprimersi nel concreto, sempre piangendo ha ribadito :”quello sarebbe la cosa più giusta… cosa che invece… […] ma come si fa ad essere d’aiuto quando, se io come mamma vengo e ti dico: -Paola guarda che è sbagliato così non puoi lasciarla buttare giù così…- ”. Nuovamente sollecitata a riflettere sui rimedi a tale situazione, la signora ha infine dichiarato: “questo a me dispiace doverlo dire, perché mi creda, mi costa non so quanto dirla questa frase, ma in questo momento il meglio per mia nipote è stare con il padre perché è l’unico posto dove c’è sicurezza e stabilità” , segnalando a riguardo che in casa potevano decidere una cosa, che poi veniva cambiata, rispetto al bisogno di stabilità della nipote. Ad esemplificazione ha riportato che Desirè lamentava con lei di non riuscire a fare i compiti a distanza perchè alla mamma serviva il computer per lavoro , asserendo che le aveva detto che glielo avrebbe acquistato, ha precisato che doveva servire alle bambine , che non era per Mirko . Nel merito ha riferito che questi ne avrebbe già tolto uno a Desirè, un regalo che le aveva fatto lo zio per la scuola, riferendo :” ma il computer Desirè quanto l’ha tenuto? Quanto l’ha usato? Lo avrà usato un mese, poi è arrivato Mirko, Mirko si è appropriato del computer con la scusa del negozio, con la scusa di questo, con la scusa di quello, con la scusa di quell’altro, e Desirè, il suo regalo, perché quello è un regalo di Desirè non lo ha più visto, ce lo aveva sempre Mirko […]”. Alla domanda della dott.ssa Franco su cosa sapesse del ricorso e su cosa si aspettasse, la signora ha risposto di non sapere quasi nulla e di aspettarsi “il bene delle mie nipoti […] aggiungendo :” non sarò io a deciderlo, sarà chi di dovere a deciderlo, ma solo il bene delle bambine”. Su come potesse essere la figlia come madre, si è espressa dicendo :” io di Paola come mamma non posso dire niente, io non posso dire: mia figlia non è una brava mamma, perché mia figlia è una mamma coccolona, una mamma molto coccolona, non ho mai detto, non è mai uscito dalla mia bocca che mia figlia non sia una brava madre, però ci sono cose che se vuoi essere definita brava mamma, brava mamma non è solo coccolare i bambini quando sono piccoli, una brava mamma è una brava mamma soprattutto quando i bambini sono grandi, i figli sono grandi e vanno indirizzati sulla strada giusta, quella è una brava mamma”.
Ha quindi continuato riportando le raccomandazioni che faceva alla figlia, sul non dover parlar male a Desiré del padre, dilungandosi nello spiegare a suo modo, con un linguaggio colorito, in termini generici, le manipolazioni di cui poteva essere oggetto, potendosi appoggiare la ragazza all’uno o all’altra .(“ allora quando la bambina è arrabbiata con papà sta bene che mamma prenda per il c… il . papà davanti alle bambine, anche a quella più piccola? Non va bene così, ok, perché poi domani Desirè lo farò con te con il suo papà”) […]”. La dott.ssa Scorla (CTP) ha chiesto alla signora come le avesse risposto la figlia quando le aveva fatto notare che Mirko avrebbe “demolito” Desirè. A tal proposito ha spiegato che la figlia aveva sostenuto che non era vero, segnalando che non aveva mai visto i difetti del compagno nemmeno quando le aveva messo le mani addosso ed era finita al Pronto Soccorso. Su sollecitazione della CTU, ha quindi riportato che era accaduto due- tre anni prima , precisando di avere anche il verbale del Pronto Soccorso, che avrebbe potuto sporgere denuncia, ma di non averlo fatto , commentando che ci sarebbero andate di mezzo anche le bambine e che era stato meglio evitarlo. Invitata a degli approfondimenti dalla consulente paterna, la signora, sempre con molti particolari e anche con un po’ di confusione nell’esposizione, si è riferita ad un diverbio avuto con il signor Artuso motivato, a suo dire, in sintesi , dall’essersi accorta di essere tolta a volte da Whats App nelle comunicazioni con la figlia e dall’aver potuto constatare, da quanto riferito, che Mirco ne aveva in gestione il telefono. (“ Paola non è padrona del suo telefono, perché qualsiasi telefonata, qualsiasi chiamata prima deve passare da Mirko prima di entrare da Paola”) Si è riportata quindi ad una spiacevole successiva scenata in casa presente la figlia asserendo che , dovendole dare dimostrazione della cosa, si era trovata reinserita in Whats App, a suo parere , da Mirko. Dal diverbio che poi ne era seguito, questi, trovatosi scoperto, sarebbe andato su tutte le furie, e, dalle sue parole:” ha avuto un momento di rabbia , mi ha preso e mi ha piegato in due sul tavolo della cucina tenendo presente che sapeva che venivo fuori da sei mesi di malattia alla schiena”. Alla richiesta della dott.ssa Scorla (CTP) la signora ha confermato :”certo che c’era Paola presente […] non c’erano i bambini perché erano da Valter […]”; quanto alla reazione della figlia , dopo essersi dilungata sul suo stato di salute , ha precisato che al momento avrebbe gridato per fermare Mirko “-no Mirko non farlo, stai fermo, cosa fai?- “, asserendo che lui l’aveva lasciata per terra , e del prosieguo :” […] poi mia figlia mi ha mandato una diffida […] perché dice che io il primo di agosto sono andata a casa sua e l’ho minacciata verbalmente e fisicamente, è vero che io sono esplosa quel giorno perché ormai la mia pazienza non ne può più […]”. La dott.ssa Franco (CTP) ha infine chiesto alla signora se vedesse le nipoti, avendone una risposta affermativa , sostenendo , dopo la diffida che le aveva fatto, di doversi però accordare con la figlia che ne avrebbe limitato la frequentazione, riportando :”giustamente devo chiamare la mamma per potermi mettere d’accordo, giusto? E lei al telefono non mi risponde […] poi allora chiamato Desirè, Desirè è obbligata a rispondere alla nonna, giusto? Alla Desiré non può dirle: -no Desiré non rispondere a tua nonna- sempre in vivavoce tra l’altro […] cioè mi metto d’accordo con Desirè: -Desirè avrei piacere così, avrei piacere così- -ok nonna ne parlo con la mamma- poi chiama Desirè e Desirè mi dice: -nonna, la mamma ha detto oggi no, domani no, ti faremo sapere-“. E’ stato anche lasciandosi nuovamente andare al pianto che la signora ha concluso:” io è dal 16 di settembre che ho il regalo del mio nipotino Millian in macchina e ce l’ ho ancora in macchina e sto aspettando che mia figlia mi dica quando io posso andare sul parcheggio, perché non posso entrare in casa, sul parcheggio a vedere mio nipote, ok? e a fargli gli auguri per il suo compleanno, per i suoi due anni […] se ho visto le mie nipoti negli ultimi mesi è stato grazie a suo papà […]”. La nonna materna, nel lungo colloquio intercorso ha reso le sue argomentazioni sempre di getto, esternando un forte coinvolgimento , debordando nelle modalità iperespressive della comunicazione rispetto ad un adeguato contenimento emotivo. Al di là della validità di alcune osservazioni in difesa della nipote, l’audizione della signora ha confermato la problematicità del contesto relazionale in cui la minore è inserita per la contrapposizione tra le figure di riferimento .
Per i fatti suesposti si chiede la registrazione a ruolo giudiziario dei responsabili se ne sussistono le ragioni.
MIRKO CRISTIAN GIOVANNI ARTUSO

REPUBLICA VENETA
MOVIMENTO DE LIBERASIONE NASIONALE DEL POPOLO VENETO
GOVERNO VENETO PROVISORIO

La presente comunicazione (contrassegnata dal codice 12152174525) è pervenuta a seguito dalla compilazione del modulo on-line, predisposto dal Proveditorato Generale de la Polisia Nasionale Veneta del Governo Veneto Provisorio.

REPUBLICA VENETA
MOVIMENTO DE LIBERASIONE NASIONALE DEL POPOLO VENETO
GOVERNO VENETO PROVISORIO