2024.12.05 – PENZO LUISA – SPN – 0150206193727882 – referente: ME MEDESIMA

Oggetto: 2024.12.05 – PENZO LUISA – SPN – 0150206193727882 – referente: ME MEDESIMA

DENUNCIANTE/SEGNALANTE
Nome: LUISA
Cognome: PENZO
Codice Unico Personale: 7981016101001000
in qualità di: PARTE LESA

CIRCOSTANZE
data iniziale del fatto segnalato:02.12.2024
luogo iniziale del fatto segnalato:AUTOSTRADA BELLUNO-VENEZIA
soggetti ritenuti responsabili:NOTI E CONOSCIUTI
Precisazione:POLIZIA STRADALE TREVISO : AT MANUEL FRESCH E AG MARCO MAZZA BRUNI

DENUNCIA/SEGNALAZIONE QUANTO SEGUE
Il giorno 02.12.2024, circa alle ore 12.00, stavo percorrendo la corsia centrale dell’autostrada (a tre corsie) in direzione Belluno-Venezia.
Ad un certo momento ( non ho fatto caso al preciso punto stradale in cui mi trovavo) le auto davanti a me hanno rallentato.
Si procedeva a 50-55 km all’ora.
Mi sono spostata sulla sinistra per capire il motivo del rallentamento ed ho superato alcune auto posizionandomi dietro ad un veicolo.
Davanti a quest’ultimo c’era un’auto della polizia stradale (ricordo la targa: M 6002) con dispositivo luminoso lampeggiante e scritta “safety car”, il cui significato fino a quel momento a me era sconosciuto.
Ho percorso diversi chilometri e ad un certo punto ho visto arrivare dalla mia sinistra un’ambulanza (senza sirena attiva, ma con le luci blu in azione).
Ho quindi pensato che fosse accaduto un incidente.
In realtà però è successo questo: l’ambulanza è rimasta sulla corsia di sorpasso ed ha affiancato la vettura dei poliziotti, che, dopo aver abbassato il finestrino di sinistra , hanno comunicato qualcosa al conducente del mezzo di soccorso che ha rallentato ulteriormente posizionandosi dietro all’auto della polizia.
Abbiamo proceduto a passo d’uomo per chilometri e, non capendo il motivo di tutto ciò, visto che la strada non presentava alcun evidente ostacolo o pericolo o presenza di operai, ho deciso di spostarmi sulla corsia di destra (io fino a quel momento ero rimasta sulla corsia centrale e davanti a me c’erano un’auto e l’ambulanza) per affiancarmi anch’io all’auto della polizia e chiedere gentilmente il motivo del prolungarsi del rallentamento.
Non appena mi sono avvicinata il poliziotto (Manuel Fresch), seduto accanto al conducente, ha abbassato completamente il finestrino e mi ha urlato più volte: ” indietro, indietro! ” gesticolando nervosamente (il comportamento nei miei confronti è stato molto diverso rispetto a quello tenuto con il conducente dell’ambulanza).
Visto che si andava a passo d’uomo ho continuato chiedendo: ” ma scusi, perché tutto questo? “E lui sempre urlando: ” perché sì!”
A quel punto, sbalordita per la reazione del poliziotto nei miei confronti, ho rallentato ulteriormente e mi sono riposizionata dietro, sulla corsia centrale.
I chilometri intanto passavano e nessun problema si presentava lungo il percorso.
A questo punto mi sono chiesta: ma è follia o un ordine-sperimentazione che i poliziotti stanno eseguendo?
(Mi sembra più che lecito aver pensato questo viste tutte le “sperimentazioni” attuate anche dal sistema italiano da un bel po’ di anni ad oggi).
La situazione continuava a permanere e questo rafforzava sempre di più i miei pensieri e visto che si continuava ad andare a passo d’uomo ho preso il cellulare, mi sono spostata leggermente sulla destra e ho fatto alcune foto alla vettura della polizia…continuando a ripetermi: “qui c’è follia …non ha senso tutto questo…”
Naturalmente non ho mollato il volante…sarei stata una folle a farlo.
Sono quindi rientrata totalmente nella corsia centrale.
A questo punto un’auto si affianca alla mia destra e il conducente, che forse ha avuto i miei stessi pensieri, scatta anch’egli delle foto (o fa un video…non posso sapere di preciso questo). Improvvisamente la vettura della polizia stradale si sposta sulla destra, toglie i lampeggianti e prosegue accelerando un po’, come nulla fosse.
Le auto presenti sulla corsia centrale accelerano e tutto ritorna magicamente normale.
Anch’io, come tutti, supero l’auto della polizia e nel far questo guardo un istante i poliziotti con aria stupita scuotendo la testa.
Loro si accorgono di questo (si erano accorti anche del fatto che io avevo scattato foto…anzi, come mi hanno detto dopo, hanno pensato che io avessi fatto dei filmati…cosa non vera). Proseguo e, trovandomi in prossimità dell’uscita per Villorba, metto la freccia e prendo la “pedemontana”.
I poliziotti stanno dietro di me, vedono che metto la freccia per uscire al casello Villorba-Spresiano, mi sorpassano, mi fanno segno di fermarmi, superano il casello e mi aspettano all’uscita.
Io pago il pedaggio e li raggiungo.
Il poliziotto (Marco Mazza Bruni), che era alla guida, mi stava aspettando fuori della sua vettura.
Si avvicina ed io gli dico: “scusi, perché avete rallentato così tanto e per tanti chilometri il traffico visto che non c’era niente sulla strada che potesse giustificare tale vostra azione? Oltretutto improvvisamente siete passati dalla corsia centrale a quella di destra come se nulla fosse.
Lui mi risponde che era attivata la “safety car” e mi spiega il significato.
“Ho capito, gli rispondo, ora so cos’è la “safety car”, ma resta il fatto che non ho visto alcun problema sulle corsie o nelle vicinanze.
Inoltre non capisco la reazione del suo collega nei miei confronti completamente diversa rispetto a quella avuta con l’ autista dell’ambulanza.
Con lui infatti siete stati entrambi tranquilli…vi ho visto perché avevo solo un’auto davanti e quindi non ho avuto difficoltà ad osservare”.
Ho continuato dicendo: “sa, ad un certo punto ho considerato la situazione come strana perché dopo molti chilometri nulla di pericoloso si era manifestato né tantomeno si manifestava”.
Il poliziotto mi dice: ” abbiamo visto che lei stava filmando con il cellulare!”.
Io ho risposto dicendo; “no, non ho fatto un filmato ma mi è venuto spontaneo prendere il cellulare e scattare alcune foto dirette alla vostra vettura perché ho avuto il dubbio, visto che la follia da qualche anno sta dilagando, che anche voi foste coinvolti in una situazione del genere perché, ripeto, non c’era alcun pericolo o ostacolo sulla strada o ai lati della stessa”.
Lui mi risponde: ” la polizia è la polizia”.
“Certo, rispondo io, ma la polizia è fatta di uomini e quindi…il mio dubbio in tal senso forse è lecito.
Comunque, visto che ora mi ha spiegato cosa significa “safety car” e visto che non mi sembra ci sia follia, cancello davanti a lei le foto perché non ho motivo di tenerle”.
Così ho fatto davanti ai suoi occhi.
Pensavo che la faccenda finisse lì, invece il poliziotto continua: “mi dia i documenti”.
Io ho dato come primo documento la mia identità dichiarativa dicendo :” questo è il documento legale, il resto non lo è perché italiano e qui siamo nella Repubblica di Venethia, mai diventata italiana.
Sono autodeterminata sotto l’egida del MLNV/GVP.
I documenti illegali italiani, patente e libretto, sono comunque tutti a posto…la patente, secondo il vostro codice della strada, va esibita e non consegnata”.
Lui mi risponde: “no, me la deve consegnare altrimenti non posso accertare se è autentica o meno.
Vede?
Con questa pila (a me in realtà sembrava una semplice pila led) posso vedere se il documento è autentico”.
Io allora gli dico: “ah, mi fa vedere come si fa?
E lui mi risponde: ” non riesco a farle vedere perché ora qui c’è troppa luce e quindi devo portare la patente in auto”.
A quel punto, purtroppo, non ho saputo cosa rispondere e quindi gli ho dato in mano la patente.
Oggi però, visto che mi sono informata, chiedo a Marco Mazza Bruni: “DOVE STA SCRITTA LA NUOVA DISPOSIZIONE CHE ANDREBBE A SOSTITUIRE LA PRECEDENTE presente nel cds?
E PERCHE’ AVETE VOLUTO FARE UN ACCERTAMENTO RELATIVO AL MIO DOCUMENTO SENZA CERTIFICARE TALE VOSTRA AZIONE METTENDOLA A VERBALE?
Se fate un presunto accertamento sulla patente dovreste sapere che dovete mettere tutto a verbale specificando anche con quale strumento (che deve risultare inconfutabilmente idoneo e previsto per legge…specificando quale legge naturalmente.. ) viene fatto suddetto accertamento.
Ma proseguiamo…
Avuto patente e libretto ( e identità dichiarativa in primis) il poliziotto si è recato in auto, ha consegnato il tutto al collega Manuel Fresch (quello che precedentemente aveva gesticolato nervosamente dal finestrino).
A questo punto scendo dall’auto e mi avvicino al finestrino (abbassato fino a quel momento) della parte del conducente e mi rivolgo a Manuel Fresch dicendo: “cosa sta facendo?”
E lui mi risponde : “il verbale perché lei ha usato il cellulare.
“Ho controbattuto dicendo: “certo!
vista la situazione poco chiara per un attimo ho pensato di essere in una situazione di pura follia!
Per questo ho fatto le foto, che comunque ho cancellato davanti al suo collega dopo avermi dato chiarimenti.
E non sono stata l’unica ad agire così visto che il conducente dell’auto presente sulla corsia alla mia destra ha fatto anch’egli delle foto…forse ha avuto i miei stessi pensieri…e come mai avete fermato solo me?
Tenga comunque soprattutto conto della mia identità dichiarativa perché è un documento legale a differenza di quelli italiani.
Viene rilasciato dal MLNV/GVP, conosce?
Il Presidente è Sergio Bortotto, un vostro ex-collega”.
E lui mi risponde: ” certo!
Io con Bortotto Sergio vado a cena ogni sera!
“Dopo questa battuta, poco appropriata e poco rispettosa visto che stiamo parlando del presidente di un movimento di liberazione, mi sono spostata e sono andata direttamente dalla parte di Manuel Fresch che aveva, fino a quel momento, il finestrino abbassato.
“Cosa sta facendo?”, gli ho ripetuto.”
Il verbale che poi lei dovrà firmare!”, mi ha risposto.
“Io non firmo alcun verbale italiano perché è illegale nella Repubblica di Venethia e comunque lei me lo deve dare secondo vostra legge, anche se non firmo”, ho ribattuto.
“Se lei non firma non le do niente e faccio lo stesso”, lui continua.
Io insisto nel dirgli che lui è obbligato a darmi copia del verbale e a quel punto egli tira su il finestrino e fa una serie di telefonate.
Entrambi i poliziotti sono rimasti chiusi in macchina facendomi attendere ulteriormente.
Ad un certo punto Marco Mazza Bruni, sempre stato comunque rispettoso nei miei confronti, esce con il computer per trascrivere le mie dichiarazioni (ho dichiarato di essere autodeterminata sotto tutela del MLNV/GVP, soggetto giuridico previsto dal Diritto Internazionale ed avente potere al pari di uno Stato visto che deve dotarsi di un apparato istituzionale (GVP).
Ho dichiarato inoltre di essere Veneta, residente nella Repubblica di Venethia mai diventata italiana, come prova il plebiscito-truffa del 1866.
Ho aggiunto che anche la polizia stradale italiana è in realtà una forza di occupazione straniera nei territori della suddetta Repubblica e che il governo italiano, azienda registrata alla S.E.C., risulta ufficialmente pignorato dal gennaio 2013 per aver venduto e vendere la popolazione alla suddetta S.E.C. attraverso il certificato di nascita in cambio di un vergognoso ritorno economico.
Documentazione ufficiale è pubblicata in U.C.C..
Ne consegue che anche le istituzioni italiane rientrano in tale pignoramento.)
Fatte le mie dichiarazioni chiedo di inserire i dati della mia identità dichiarativa ma Marco Mazza Bruni mi risponde che non si può perché non fanno parte della repubblica italiana.
Io rispondo: ” qui non siamo nella repubblica italiana.
Allora scriva che voi vi rifiutate di riportare ciò che mi identifica.”
E lui mi risponde: ” non mi sto rifiutando.
Non posso inserirli perché il sistema non lo prevede”.
Detto questo mi consegna il verbale illegale italiano PTR2944003757.
Di conseguenza i dati che io ho dichiarato mostrando la mia identità dichiarativa sono stati omessi.
Per i fatti suesposti si chiede la registrazione a ruolo giudiziario dei responsabili se ne sussistono le ragioni.
LUISA PENZO

La presente comunicazione (contrassegnata dal codice 0150206193727882) è pervenuta a seguito dalla compilazione del modulo on-line, predisposto dal Proveditorato Generale de la Polisia Nasionale Veneta del Governo Veneto Provisorio.