Oggetto: 2025.10.24 – PUIATTI ANNALISA – SPN – 0151226154829714 – referente: ME STESSA
DENUNCIANTE/SEGNALANTE
Nome: ANNALISA
Cognome: PUIATTI
Codice Unico Personale: 111431181953
in qualità di: PARTE LESA
—
CIRCOSTANZE
data iniziale del fatto segnalato:23.10.2025
luogo iniziale del fatto segnalato:TAMBRE – BELLUNO
soggetti ritenuti responsabili:NOTI E CONOSCIUTI
Precisazione:GUARDIA DI FINANZA BELLUNESE (SOGGETTI NON CHIARAMENTE IDENTIFICATISI)
—
DENUNCIA/SEGNALAZIONE QUANTO SEGUE
In riferimento a miei precedenti atti ufficiali:
RDN 12212714559 del 2021.11.17
RDN 12212883942 del 2021.11.18
RDN 122135184440 del 2021.11.25
RDN 122135185319 del 2021.11.25
RDN 122135184913 del 2021.11.25
APM 122136175341 del 2021.11.25 RDN 12211133921 del 2021.12.01 RDN 13152711211 del 2022.05.17
(tutti notificati anche tramite RR e/o email ai rispettivi destinatari (G.F., P.L. di Tambre e comune di Tambre)
APM 2^ 13123715033 del 2022.02.26
segnalo quanto segue:
Oggetto:
Segnalazione di ingerenza e abuso di autorità da parte di due uomini qualificatisi come appartenenti alla finanza italiana, operanti in difetto assoluto di giurisdizione sul territorio della Repubblica di Venezia.
Esposizione dei fatti
In data 23 ottobre 2025, verso le ore 10:30, mi trovavo nel mio negozio mentre una cliente, signora anziana e fisicamente fragile, stava acquistando del pane.
Un’autovettura con due uomini in abiti civili si è fermata di fronte all’ingresso.
Dopo che la signora uscì dal mio negozio, l’uomo più giovane è sceso dall’auto e mi ha chiesto se fosse stato emesso lo scontrino alla cliente. Alla mia risposta negativa, l’uomo ha inseguito la signora costringendola – visibilmente spaventata – a rientrare nel locale. Nel frattempo, quello più anziano era entrato nel mio negozio dichiarandosi appartenente alla Guardia di finanza.
La signora era perplessa e confusa ed io, per tranquillizzarla, le ho detto di non preoccuparsi e che poteva uscire liberamente.
Il più giovane, a quel punto, mi ha accusata di “mancanza di rispetto”, alla quale ho preferito far seguire una mia risposta conciliativa.
Preciso che i due uomini non si sono identificati in modo regolare né hanno fornito nome e cognome. Infatti, hanno mostrato velocemente i loro presunti tesserini di riconoscimento e con la stessa rapidità li hanno rimessi nel portafoglio.
Ho subito dichiarato di essere Cittadina Veneta autodeterminata sotto tutela del MLNV/GVP e come tale non soggetta alla giurisdizione italiana. Tale dichiarazione è stata ignorata da entrambi i presunti finanzieri.
Il più giovane ha affermato che, secondo i loro database, risulta una partita IVA italiana ancora aperta e un ultimo controllo risalente al 2012 (tutto falso).
Ho spiegato che la partita IVA italiana è stata chiusa nel dicembre 2020 (più precisamente il 28.01.2021 come evidenzia la visura presso la camera di commercio italiana) e che la finanza di Belluno aveva effettuato un controllo nel novembre 2021 (quando io in realtà avevo appunto già chiuso la p.i).
A novembre del 2021 ho quindi iniziato a redigere gli atti ufficiali riportati all’inizio di questo contenuto e riferiti ai vari RDN e APM.
A questo punto il più giovane mi ha detto:
“E come ha fatto a prendere questo negozio se non ha partita iva?”
(Mi sono chiesta cosa c’entrasse, dato che il negozio è intestato a me e non a una partita IVA, ma ho preferito non rispondere).
Ho tentato di spiegare loro come erano andate le cose quando, precedentemente, nel 2021, avevo avuto l’ennesimo illegale controllo, ma è stato come parlare al muro.
Successivamente, mi hanno chiesto un documento d’identità.
Ho detto che non riconosco quel documento perché non mi rappresenta ed ho presentato la mia Identità Dichiarativa Veneta.
Non hanno considerato nemmeno questa; anzi, il giovane ha dichiarato:
“Se non ci dà il documento italiano IO DEVO ARRESTARLA.”
Di fronte a tale minaccia, mi sono vista costretta, unicamente per evitare coercizione, a mostrare il documento italiano (illegittimo e straniero rispetto alla mia condizione giuridica).
Ho quindi cercato di spiegare che i territori della Venezia non sono mai stati legittimamente annessi all’Italia e che il plebiscito del 1866 è una chiara truffa ai danni del Popolo Veneto.
Nonostante ciò, i due hanno affermato che a loro “non interessa” e che, trovandomi io, a loro dire, “in Italia”, devo rispettare le leggi italiane e che loro sono stati mandati per un controllo e questo devono fare.
Hanno inoltre sostenuto che io “non pago le tasse”.
L’uomo più giovane ha continuato dicendo: “e chi mi dice che il Governo Veneto non usi la partita iva italiana per raggirare le tasse?”
I due hanno ironizzato quindi sulla legittimità delle Istituzioni Venete, atteggiandosi con evidente intento provocatorio:
“Allora avete la Polizia, la guardia di finanza!” hanno detto.
Non ho risposto adeguatamente perché avevo capito che stavo solo sprecando fiato.
I due hanno poi redatto un verbale italiano firmato con sottoscrizioni illeggibili e pertanto non verificabili (e solo questo, anche per legge italiana, rende l’atto nullo).
Nel verbale sono riportate informazioni false e/o non aggiornate, tra cui:
• una partita IVA ancora aperta (ma come detto sopra non è così);
• un codice fiscale che io non ho esibito e che non riconosco poiché riferito a un trust giuridico creato dallo Stato italiano e non alla mia persona vivente;
• la falsa dichiarazione che gli agenti avrebbero mostrato le proprie tessere “prima dell’accesso”, mentre in realtà le hanno esibite per un istante, rendendosi di fatto non identificabili.
Nel verbale è stata inoltre contestata la mancanza di “misuratore fiscale”, elemento irrilevante poiché la mia attività opera sotto la giurisdizione della Venethia e non italiana.
È stato comunque riportato il numero identificativo della mia Identità Dichiarativa Veneta.
Alla voce “verbalizzanti” si legge a mala pena un “DE NARD (C o G)”, mentre l’altro nominativo è illeggibile.
Io non ho firmato il verbale per i seguenti motivi:
1. L’atto è nullo ab origine, redatto da soggetti privi di giurisdizione territoriale;
2. È intestato a un trust italiano e non alla sottoscritta;
3. Costituisce un contratto aziendale non consensuale, mai accettato né sottoscritto, ma unicamente ricevuto per conoscenza.
Prima di concludere, l’uomo più anziano, con tono ironico, ha detto:
“Allora il suo presidente è Zaia!”
Alla risposta:
“No, il mio Presidente è Bortotto Sergio”,
ha replicato con atteggiamento derisorio:
“Allora… mi saluti… Bortotto…”
Io ho concluso ribadendo:
“Sergio.”
Considerazioni conclusive
I soggetti identificatisi come appartenenti alla finanza italiana hanno agito:
• in difetto assoluto di giurisdizione sul territorio della Repubblica Veneta;
• senza fornire identificazione valida, contravvenendo alle norme internazionali di condotta su territorio estero;
• con atteggiamento intimidatorio, denigratorio e potenzialmente lesivo della mia dignità personale;
• in violazione delle norme di diritto internazionale e dei principi sanciti dalle Leggi U.C.C., che tutelano l’autodeterminazione dei popoli e la libertà giuridica degli esseri umani viventi.
La sottoscritta ribadisce di agire in piena legalità internazionale, riconoscendo unicamente la giurisdizione del Governo Veneto Provvisorio (GVP) istituito dal Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV).
Per i fatti suesposti si chiede la registrazione a ruolo giudiziario dei responsabili se ne sussistono le ragioni.
—
Ho Accettato il consenso de la Politega su la Privacy del sito.
ANNALISA PUIATTI

La presente comunicazione (contrassegnata dal codice 0151226154829714) è pervenuta a seguito dalla compilazione del modulo on-line, predisposto dal Proveditorato Generale de la Polisia Nasionale Veneta del Governo Veneto Provisorio.
