Oggetto: 2020.12.21 – CELOT BENEDETTO – SPN – 112231103336
DENUNCIANTE
Nome: BENEDETTO
Cognome: CELOT
in qualità di: PARTE LESA
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CIRCOSTANZE
data iniziale del fatto segnalato:30 aprile 2020 ore 15:15
luogo iniziale del fatto segnalato:VILLORBA VIA GALANTI 10 – presso la mia abitazione
soggetti ritenuti responsabili:AUTORITA ITALIANE O PRESUNTE TALI
Precisazione:POLIZIA LOCALE DEL COMUNE ITALIANO DI VILLORBA – una donna ( SCONOSCIUTA ) – un uomo ( GRECO MASSIMILIANO )
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DENUNCIA QUANTO SEGUE
Riporto un atto, che ha i connotati della VIOLENZA PRIVATA, messo in atto da parte delle forze di occupazione straniera italiane “POLIZIA LOCALE DEL COMUNE ITALIANO DI VILLORBA”, ai danni miei e della mi famiglia.
Riporto di seguito i fatti:
era il giorno 30 aprile 2020 alle ore 15:15, giornate di carcerazione, tramite lockdown col pretesto della pandemia da covid19, messe in atto dallo stato straniero occupante italiano sui Territori della Repubblica Veneta. Mia moglie era appena rientrata a casa, neanche cinque minuti prima, da fare la spesa e mi ha riferito che a un certo punto era tallonata da un’autovettura appartenente alle forze di occupazione straniera POLIZIA LOCALE, che l’ha seguita per un buon tratto di strada.
A un certo punto per non dare troppo nell’occhio, hanno deciso di pedinarla da più lontano effettuando un percorso alternativo, ma questo ha consentito a mia moglie, ignara delle intenzioni di questi soggetti, di arrivare e parcheggiare sul garage interrato come di consuetudine, cosa che loro non si aspettavano, perché con tutta probabilità pensavano di arrivare prima di lei, mentre, in pratica, lei è arrivata a destinazione qualche secondo prima di loro.
A questo punto, gli agenti della forza di occupazione straniera italiana, hanno avuto modo di constatare visivamente il residence dentro il quale aveva parcheggiato, hanno deciso di intercettare qualche residente che in quel momento si trovava nei pressi del condominio e chiedere a chi appartenesse quel tipo di veicolo che mia moglie conduceva e dove abitasse il proprietario. Questa è semplicemente una deduzione logica, ma ritengo sia avvalorata e confermata da come i fatti si sono svolti da questo momento in avanti.
Innanzitutto premetto che i nostri nominativi NON COMPAIONO né sul campanello esterno, né sul campanello interno, né sulla cassetta delle lettere; inoltre alla data del 30 aprile 2020 l’auto guidata da mia moglie riportava il seguente numero di targa SLOVENA: KPVK691.
Fatta questa opportuna, importante e significativa premessa, utile per comprendere il susseguirsi dei fatti, riporto quanto segue: sento suonare il campanello posizionato all’esterno del portoncino blindato di ingresso del mio appartamento. Vista la situazione ho ritenuto molto strano tale evento tanto da verificare dallo spioncino del portoncino chi stesse suonando, a quell’ora, alla mia porta. A quel punto prendo atto che si tratta di due agenti delle forze di occupazione straniera italiana “POLIZIA LOCALE DEL COMUNE ITALIANO DI VILLORBA”, un uomo e una donna e immediatamente mi chiedo come abbiano fatto ad arrivare al mio appartamento vista la premessa sopra esposta.
L’agente donna era di corporatura bassa e non snella; mentre l’agente uomo di corporatura medio/alta con capelli brizzolati/bianchi, da me riconosciuto nella persona di GRECO MASSIMILIANO, già segnalato e identificato quale AGENTE 2 relativamente a un episodio accaduto in data 10 aprile 2020 di cui riporto di seguito gli estremi della segnalazione e del rigetto (SPN 111422175334 – RDN 1114221864 entrambi del 2020.04.12).
Ero perplesso su come avessero potuto raggiungere il mio appartamento in maniera mirata, vista la premessa sopra esposta, riuscendo a entrare nell’area privata condominiale così facilmente. A questo punto un’unica deduzione logica possibile mi è balzata alla mente, ovvero che doveva esserci, per forza di cose, una spia / suggeritore / informatore residente nello stesso condominio in cui abito. Non vi era alternativa, mia moglie non ha praticamente neanche fatto in tempo a entrare in casa che questi stavano già suonando al campanello (esecutore materiale di tale operazione era GRECO MASSIMILIANO).
Ero determinato a vederci chiaro, così ho deciso di osservare la situazione dallo spioncino per capire come tutto questo era potuto succedere e soprattutto cosa stesse realmente succedendo.
A quel punto GRECO MASSIMILIANO ha iniziato a suonare ripetutamente il campanello di casa, tenendolo persino premuto per diversi secondi a più riprese, in maniera da creare un suono acuto e disturbatore all’interno dell’appartamento proprio con l’intento di voler mettere paura, lanciando un messaggio di minaccia atto a far intendere che dentro casa mia comandano loro.
Questo loro comportamento ha avvalorato la mia tesi sopra esposta, ovvero che per andare a colpo sicuro e sicuri che eravamo in casa, qualcuno aveva dovuto condurli fino al mio portoncino.
Ho continuato a osservarli e questa loro violenta invadenza ha continuato per cinque minuti durante i quali non ho mai risposto. Nonostante la loro insistenza, decisi di non rispondere perché volevo fare in modo di renderli dubbiosi sul fatto che qualcuno si trovasse in casa in quel momento e quindi indurli a pensare che potessero essere stati condotti all’ingresso dell’appartamento sbagliato.
Durante questi cinque minuti, probabilmente, hanno iniziato a farsi venire qualche dubbio e a riflettere sul fatto che se nessuno rispondeva poteva darsi il caso che nessuno si trovasse in casa e che quello non fosse l’appartamento corretto a cui suonare; di conseguenza avrebbero dovuto chiedere conferma a colui o colei che li ha condotti fino a là, visto che si era fatto carico, qualche minuto prima, della responsabilità di una simile decisione.
Così è stato, passati questi cinque minuti, durante i quali li ho sempre controllati dallo spioncino, si sono recati presso un altro appartamento, hanno suonato, hanno chiesto conferma, gli è stata data, sono ritornati e hanno iniziato di nuovo a suonare in maniera molesta per altri due / tre minuti, dopodiché hanno realizzato che non avrei mai aperto e hanno deciso di andarsene. Preciso che questo fatto ha impaurito molto i miei bambini che sono piccoli.
Vorrei portare all’attenzione quanto segue: quando hanno suonato il campanello dell’appartamento terzo, non hanno suonato al campanello dell’alloggio attaccato al mio, i cui portoncini di ingresso sono confinanti e praticamente attaccati, ma sono andati indietro di qualche metro e hanno suonato al campanello di un’altra abitazione che accede sempre dallo stesso corridoio comune. Con questo voglio dire che se stavano cercando una persona per nome e cognome ed erano veramente certi di quale fosse l’appartamento di questa persona, avrebbero potuto più semplicemente suonare il campanello attaccato e chiedere conferma; invece in quel momento non stavano cercando una persona ma il proprietario di un’autovettura a loro sconosciuto e solo chi li ha condotti prima avrebbe potuto dare una successiva conferma.
Ora faccio anche un appello affinché colui o colei che li ha condotti, senza alcuna ragione, al mio appartamento, trovi il coraggio di costituirsi e ammettere le proprie responsabilità.
Per i fatti suesposti si chiede la registrazione a ruolo giudiziario dei responsabili se ne sussistono le ragioni.
BENEDETTO CELOT
La presente comunicazione (contrassegnata dal codice 112231103336) è pervenuta a seguito dalla compilazione del modulo on-line, predisposto dal Proveditorato Generale de la Polisia Nasionale Veneta del Governo Veneto Provisorio.